Bruno Gianesi

Segrete porte

Bruno Gianesi. Les enclosures d’Eros

Segrete Porte 1 - 80x60 - tecnica mista Segrete Porte 2 - 100x80 - tecnica mista Segrete Porte 3 - 100x80 - olio e acrilico su tela Segrete Porte 4 - 80x60 - olio e acrilico su tela Segrete Porte 5 - 60x50 - 0lio e acrilico su tela Segrete Porte 6 - 100x80 - olio e acrilico su tela Segrete Porte 7 - 90x120 - olio e acrilico su tela Segrete Porte 8 - 100x80 - olio e acrilico su tela Segrete Porte 9 - 60x50 - olio e acrilico su tela Segrete Porte 10 - 60x50 - olio e acrilico su tela Segrete Porte 11 - 60x50 - olio e acrilico su tela
Segrete Porte 16 - 100x80 - olio e acrilico su tela Segrete Porte 17 - 80x60 - 0lio e acrilico su tela Segrete Porte 18 - 80x80 - olio e acrilico su tela Segrete Porte 19 - 120x80 - olio e acrilico su tela Segrete Porte 20 - 120x90 - olio e acrilico su tela Segrete Porte 21 - 90x120 - olio e acrilico su tela Segrete Porte 22 - 70x60 - olio e acrilico su tela Segrete Porte 23 - 120x90 - olio e acrilico su tela Segrete Porte 24 - 120x100 - olio e acrilico su tela Segrete Porte 25 - 120X100 - olio e acrilico su tela Segrete Porte 27 - 80x80 - olio e acrilico su tela
 

Nel novembre del 2004 Bruno Gianesi esponeva al Laboratorio delle Arti di Piacenza una serie di dipinti nei quali, attraverso una rappresentazione dissimulata nel segno grafico, indagava la scrittura del corpo. Una scrittura, annotavo in quella occasione, che riempie gli strati dell’epidermide, si insinua nelle pieghe della carne con la sua seducente calligrafia.
Il percorso portava l’autore ad eludere il volto e ad avvicinarsi progressivamente ad una rappresentazione della figura umana cromaticamente amalgamata alla superficie pittorica.
Tale compressione adduce, infine, alla rimozione dell’immagine corporea, tuttavia si individua nella gamma cromatica, protesa tra gradazioni di verdi e nuance di marroni, percorsa da velate tonalità di grigi, il trait d’union che accorda la strategia delle apparenze nel magma terroso della materia onirica. La strategia della seduzione come occultamento del corpo, che pare caratterizzare questa fase del lavoro di Gianesi, trasforma la superficie pittorica, talché il dipinto non risulta più assimilabile ad un muro, quanto piuttosto ad un bronzo ossidato.
Dopo avere esplorato il corpo come scrittura, Gianesi giunge, infatti, ad interrogare lo spazio della seduzione. Due opere, mi sembra indichino, in questo senso, la chiave di lettura per intendere l’avvio della enclosure. Un nudo di spalle, acefalo ed avvolto in morbidi panneggi, il braccio mollemente adagiato alla spalliera di una dormeuse stile impero, marca con il suo profilo lo spazio dell’intimità; allo stesso ambito di sospensione temporale allude il frammento di corpo aggomitolato nel lenzuolo-sudario.
Questi lembi di corpo sono, invero, squarci di un’opera rivisitata, che sia la Venere dormiente o l’Arianna abbandonata da Teseo, oppure, ancora, una deposizione di Cristo, poco importa, ciò che conta è la contiguità tra il corpo dell’erotismo e la passione della morte.